Piccole storie di sport dalla Calabria/1 – Alessandro
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Piccole storie di sport dalla Calabria/1 – Alessandro

Il ragazzino nella foto si chiama Alessandro. E’ nato nel 2006. E’ un atleta del Club Velico Crotone. Sí, vince spesso. Dal Meeting di Cervia alla Barcolana, dall’Optisud alla Carnival Race, non ha perso un trofeo. Sí, in Slovenia, a Porto Rose, ha appena conquistato la medaglia d’argento under 12 ed è arrivato quinto assoluto davanti a 470 atleti spesso più grandi di lui. Dicono che sia un talento purissimo, una promessa della vela europea… Ma non è questo che voglio raccontare. Non è questo, in fondo, che importa.

Voglio dire che non vive a Crotone ma a Catanzaro. Quindi a circa 70 chilometri da qui. Arriva a Crotone il sabato, con la Panda del papà attraverso una strada statale da incubo ma più spesso sul treno a nafta che, su un binario unico, collega le città dello Jonio. Al circolo, sorride, gioca, non si dà arie. Soprattutto non toglie gli occhi dalla lavagna o dallo schermo quando un allenatore spiega qualcosa o gli mostra un filmato. E in mare è un tutt’uno con la barca che gli ha regalato a Natale dell’anno scorso, facendogliela trovare letteralmente sotto l’albero, l’intera sua famiglia: genitori, zii, prozii, nonni, cugini…

Mercoledì ha preso, da solo, proprio da solo, due aerei: da Lamezia è arrivato a Trieste. Qui l’ha recuperato uno dei più bravi allenatori del mondo che l’ha portato a Porto Rose e l’ha inserito in gruppo di ragazzini sloveni, maltesi, tedeschi. Alessandro non ha fatto una piega: con loro ha parlato tutto il tempo, in inglese anche se non frequenta una scuola internazionale (qui non ci sono scuole internazionali). In acqua ha esordito con una squalifica. Poi ha cominciato a scalare la classifica. Fino al suo podio. Ora sta per prendere, sempre da solo, altri due aerei che lo riporteranno a casa nel pomeriggio.

Riposerà, farà i compiti. Va bene a scuola anche se non vede l’ora che le lezioni finiscano per trasferirsi a Crotone dai cugini, d’estate, per allenarsi ogni giorno. Non ha uno sponsor e forse non ce l’avrà mai, i genitori – che hanno letto più libri di quanti soldi abbiano in banca – fanno sacrifici e continueranno a farne. Non per inseguire coppe e medaglie, che fra poco non sapranno più dove mettere, ma per realizzare il desiderio più grande di questo figlio della Calabria, del Sud, del nostro Jonio sapido: correre sulle onde di tutti i mari del mondo, intuendo come sa fare lui la direzione del vento, conducendo la barca con una leggerezza unica.

Non faccio morali, per concludere. Non tiro somme. Ci penserà chi legge. O chi scrive: magari i miei amici Domenico Dara o Mimmo Gangemi ci faranno un libro. O Peppino Mazzotta ci costruirà una sceneggiatura. O Massimiliano Capalbo ne parlerà durante uno dei suoi corsi di team building. O non accadrà nulla di tutto questo e Alessandro continuerà semplicemente ad andare veloce sulla sua barca per compensare la lentezza del brutto treno che lo porta ogni sabato da Catanzaro a Crotone.

Auguri dalla Calabria.

Articolo visibile anche su: Repubblica e Saily

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